Malattia della prostata

Conoscere meglio il problema per aiutarci a scegliere

 

Le malattie ed i fastidi correlati a disturbi della prostata e delle vie genito-urinarie sono in grande aumento.

Il progressivo invecchiamento della popolazione e le condizioni di buona salute delle quali godono gli ultra settantenni oggi, fanno emergere alcuni aspetti che solo pochi anni fa venivano classificati come “inevitabili disturbi” correlati all’età. Al tempo stesso le abitudini di vita dei giovani e degli adolescenti si stanno modificando e sempre più spesso i giovani si rivolgono all’urologo per conoscere meglio una parte “nascosta” del proprio corpo e che talvolta riserva fastidiose e prolungate sofferenze.

Per meglio capire e distinguere i sintomi correlati alle basse vie urinarie, elenco brevemente i disturbi più comuni per capire quando bisogna modificare da soli le proprie abitudini e quando invece è indispensabile rivolgersi al proprio medico curante o allo specialista urologo.

Le malattie più comuni della prostata possono essere classificate in tre grandi gruppi: le infezioni prostatiche, l’ipertrofia prostatica benigna ed i tumori della prostata.

Le infezioni della prostata (le cosiddette “prostatiti”) possono colpire qualsiasi età ma sono maggiormente frequenti nel giovane sessualmente attivo.

La prostatite acuta si manifesta improvvisamente con febbre, bruciori urinari, aumento considerevole delle minzioni, e sensazione di grave malessere generale. La sua origine è spesso batterica e la terapia si basa su assunzione di antibiotici ad ampio spettro e sul controllo dei sintomi dolorosi con farmaci sintomatici. La risoluzione del quadro richiede spesso diversi giorni ed il completo benessere si raggiunge solo dopo diverso tempo dal termine della terapie. È frequente, a giudizio del medico, la somministrazione di un nuovo ciclo di antibiotici quando il quadro non appare ancora migliorato sensibilmente dopo le prime cure. La prostatite cronica invece è un quadro che si manifesta in modo più subdolo, con segni e sintomi lievi ma fastidiosi e spesso presenti da diverso tempo. Bruciori urinari occasionali, fastidi o dolore ad entrambi i testicoli, senso di incompleto vuotamento e fastidi imprecisati della zona perineale e perianale, accompagnano spesso questo quadro che spesso è trascurato dal Paziente.

Questo secondo quadro, benchè meno grave del precedente, richiede invece una approfondita valutazione ed una ricerca scrupolosa delle cause che possono essere temporalmente anche lontane. Abitudini errate, alimentazione poco ricca di elementi nutrizionali importanti ed errori nelle abitudini sessuali possono spesso predisporre a fastidi genito-urinari anche complessi e di difficile soluzione.

l’attenta valutazione da parte dello specialista e l’analisi accurata delle possibili cause contribuiscono in maniera determinante alla risoluzione del quadro.

L’ipertrofia prostatica consiste in un lento ma costante ingrossamento della prostata che con il tempo tende a comprimere l’uretra (il canale dove scorre l’urina) che passa al suo interno. La malattia è molto diffusa ed è influenzata principalmente dall’età, da fattori ormonali e da abitudini di vita errate. L’evoluzione di tale malattia è così lenta che spesso non ci si accorge nemmeno dei cambiamenti in corso, e ci si abitua inconsciamente a disturbi ritenuti quasi normali. In questa fase (detta fase di compenso) alcuni meccanismi vescicali riescono a compensare la progressiva ostruzione del flusso, rendendo i disturbi più tollerabili. Improvvisamente però i meccanismi di compenso vescicali vanno in crisi facendo comparire quadri acuti di ostruzione che possono arrivare fino all’improvvisa impossibilità di urinare completamente da un giorno all’altro.

È indispensabile però inquadrare l’ipertrofia prostatica mentre si trova ancora nella fase di compenso, perchè in tale periodo (che dura molti anni) sono moltissime le possibilità di recupero e cura del problema. Intervenire invece , anche chirurgicamente, quando la fase di compenso è stata superata, può non garantire una completa ripresa delle funzioni minzionali, arrivando, nei casi più gravi, anche a compromettere seriamente la funzione renale. è indispensabile quindi, a partire dai 50 anni di età, effettuare un controllo urologico anche in caso di assenza di particolari disturbi.

Con semplici accertamenti infatti, garantiremo al nostro apparato urinario una funzionalità ottimale che verrà preservata per molti anni.

Ancor prima di eseguire complicati accertamenti invasivi, è utile sentire il parere dello specialista che saprà modulare gli esami necessari sulla base delle effettive esigenze. Oltre alla terapia, quando necessaria, saprà inoltre consigliare un insieme di comportamenti ed eventuali prodotti naturali che stanno recentemente emergendo per il loro potere curativo in assenza di significativi disturbi collaterali.

Il tumore della prostata costituisce il secondo tumore per incidenza nel sesso maschile, superato solamente dal tumore del polmone.

La sua evoluzione è molto lenta ed è sicuramente influenzata da fattori genetici ed ormonali. Abitudini di vita errate, una dieta ricca di grassi animali e povera di frutta e verdura e l’assenza di alimenti con funzione di protezione favoriscono il suo sviluppo. La sua presenza è sicuramente correlata all’età e si stima che al di sopra degli 80 anni sia presente (anche se in forma clinicamente non significativa) in più dell’80% degli uomini.

La notevole differenza di incidenza tra le popolazioni asiatiche e quelle occidentali (molto più elevata) ha fatto pensare alla presenza di alcune sostanze alimentari con un grande potere di protezione nei confronti della malattia.

Una visita urologica con esplorazione rettale, associata ad un semplice esame del sangue (PSA) consentono una diagnosi in più del 90 % dei casi.

Le molteplici opportunità terapeutiche, una attenta analisi del significato clinico ed una valutazione specialistica consentono poi di differenziare la terapia che può variare dall’intervento chirurgico, alla semplice vigile attesa nei casi a comportamento meno aggressivo.

Una visita urologica di screening va effettuata a partire dai 55 anni di età, e verrà ripetuta ad intervalli abbastanza lunghi (1-2 anni) a giudizio dello specialista in base a semplici parametri. Nel contempo lo specialista potrà fornire indicazioni precise ed integrazione con principi farmacologici o naturali con effetti significativi di prevenzione. Alcune sostanze recentemente studiate contenute in alcuni alimenti (soia, pomodoro, tè verde, curcuma) hanno dimostrato un eccellente azione di prevenzione e cura in assenza di significativi effetti collaterali.

In un periodo caratterizzato da un importante aumento dell’età media della popolazione, in presenza di risorse economiche limitate, l’aspetto della prevenzione diviene sempre più importante per poter dare una risposta migliore, economica e sicuramente più gradita. Il vecchio detto “prevenire è meglio che curare” non è mai stato così attuale e a fronte di tecnologie diagnostiche e terapeutiche sempre più sofisticate, il semplice cambiamento di alcune abitudini e l’assunzione di sani alimenti si impone come necessaria alternativa per un miglioramento del benessere di tutti.

Dr. Adolfo Sangiorgio
Specialista in Urologia

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